Le soluzioni proposte a livello globale per catturare l’anidride carbonica dispersa in atmosfera dalle attività dell’uomo sono diverse. Pare però le che balene costituiscono un’eccellente alternativa per rimuovere la CO2 dispersa nell’aria. Altre volte invece, si utilizzano strategie molto più complesse e costose, come quelle adottate in ingegneria o come la piantumazione di milioni di alberi. Quella delle balene è senza dubbio una soluzione molto più semplice e meno dispendiosa dal punto di vista sia economico che energetico. In cosa consiste questa pratica? Nell’aumentare la popolazione globale delle balene.
Dopo un’attenta e accurata ricerca gruppo di biologi marini ha scoperto il potenziale che hanno le balene nel catturare il carbonio presente in atmosfera. Una notizia davvero sorprendente. Le balene riescono ad accumulare il carbonio nei loro corpi durante il lungo percorso della loro vita, così come fanno tutti gli altri organismi viventi e quando muoiono i loro resti si depositano nel fondo dell’oceano.
Sempre secondo le ricerche fatte è emerso che c’è un esemplare di questi crostacei che riesce ad assorbire in media 33 tonnellate di anidride carbonica, si tratta della balenottera azzurra. Chiamata anche Balaenoptera musculus, riesce ad assorbire CO2 sia allo stato gassoso che disciolta nelle acqua oceaniche, sottraendo così una buona quantità di carbonio all’atmosfera. Possiamo fare anche un paragone con gli alberi, per capire quanto l’aiuto delle balene è fondamentale. Un albero assorbe in media solo 22 kg di anidride carbonica all’anno, quindi per avere la stessa efficienza di una balenottera si dovrebbero piantare 1500 alberi.
La produzione di fitoplancton
Le balene oltre ad essere in grado di catturare l’anidride carbonica dispersa in atmosfera, garantiscono anche un’abbondante produzione di fitoplancton. Quest’ultimo è responsabile della produzione di ossigeno e di ulteriore assorbimento di CO2. Tutto questo è possibile grazie alla concimazione delle acqua dell’oceano in cui le balene lasciano gli scarti della digestione.
Le balene si nutrono di piccoli invertebrati come il krill mentre per respirare risalgono in superficie. Grazie ai loro movimenti ascendenti chiamanti a “pompa” o a “nastro trasportatore”, le balene disperdono nella colonna d’acqua le loro feci che sono ricche di minerali, azoto e ferro. Questi sono il nutrimento per il fitoplancton che può crescere e moltiplicarsi producendo ossigeno e catturando la CO2.
Qual è la situazione attuale
Se nell’emisfero meridionale alcune specie stanno aumentando, in altre zone la popolazione delle balene è seriamente minacciata dalla caccia indiscriminata dell’uomo, dalle grandi imbarcazioni, dalle reti fantasma e dalle temperature dell’acqua sempre più alte. I biologi stimano che nei prossimi anni il numero di questi mammiferi acquatici sarà sicuramente molto di meno rispetto alla situazione attuale: da 1,3 milioni di oggi si passerà a 5 milioni. Alcune specie, come la balenottera azzurra, diventerà proprio rara. Ma c’è un modo per impedire tutto ciò? In primis si dovrebbe limitare l’attività dell’uomo. Se questo fosse messo in pratica e se si permettesse alla popolazione di balene di tornare a crescere, sicuramente in poco tempo si raggiungerebbe una quantità di fitoplancton tale da rimuovere milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno.