Il ghiacciaio Thwaites è una delle masse di ghiaccio più grandi del Pianeta e si trova in Antartide. Si tratta di un colosso bianco che rappresenta da solo circa il 15% della massa ghiacciata che viene scaricata nell’oceano dalla calotta glaciale. Alcuni studiosi hanno fatto una ricerca per capire qualcosa in più sulla struttura e sui meccanismi di scioglimento di questo ghiacciaio. La ricerca è stata condotta da alcuni ricercatori del British Antarctic Survey e della Cornell University e pubblicati su Nature, che ci hanno permesso di saperne di più sulla questione della possibile evoluzione del sistema per via dei cambiamenti climatici degli ultimi tempi.
Com’è fatto il ghiacciaio
Il ghiacciaio Thwaites ha una superficie che si può paragonare a quella della Gran Bretagna, si estende sotto il livello del mare e favorisce la perdita di massa. I ricercatori per conoscere meglio la struttura del ghiacciaio hanno utilizzato un robot dotato di sensori e telecamere. Questo è stato calato in un pozzo profondo 600 metri a circa due chilometri dalla linea di terra e creato con una perforazione di acqua calda. Le misure ottenute grazie al robot sono state confrontate con quelle effettuate in altri cinque siti sotto la piattaforma di ghiaccio. Il robot ha dimostrato come la conformazione della massa di ghiaccio sia molto più complessa di quanto uno immagina.
La massa del ghiacciaio è organizzata in terrazzamenti con piani ripidi inclinati, lungo i quali avviene la fusione del ghiacciaio che si sviluppa più rapidamente. Queste zone contribuiscono al 25% dello scioglimento totale, mentre nella parte basale la fusione è molto più lenta, il tutto risulta essere una vera e propria sorpresa rispetto anche a quanto previsto dai modelli di calcolo.
In ogni caso negli ultimi dieci anni si è assistito ad un notevole ritiro del ghiacciaio Thwaites, che sarebbe spinto non solo da una fusione lungo le discontinuità scoperte ma anche all’interno di fatture dove l’acqua di fusione favorisce la perdita di massa.
Come fonde l’Antartico
Attualmente è allarme rosso per il ghiacciaio Thwaites. Secondo il report pubblicato dal National Snow and Ice Data Center (NSIDC) americano, l’estensione del ghiacciaio ha toccato un nuovo record ma negativo: 1,91 milioni di chilometri quadrati il febbraio scorso. La media di questo periodo invece, si aggira attorno ai 3 milioni di kmq. Un valore che in realtà potrebbe scendere ancora di più, considerando il fatto che il minimo annuo è atteso nel periodo 18 febbraio – 3 marzo.
Negli ultimi anni, l’estensione del ghiaccio marino antartico è stata abbastanza variabile, se prendiamo in considerazione che quattro dei cinque minimi più alti si sono verificati dal 2008 in poi. Nel complesso, l’attuale tendenza lineare ad una riduzione dell’estensione minima antartica dal 1079 al 2023 è di 2.400 kmq all’anno (ogni decennio si perde circa l’1% di ghiaccio). Attualmente questo è un dato statistico di poco significato. Tuttavia, sicuramente il forte calo dell’estensione del ghiaccio marino a partire dal 2016 ha fatto si che ci fossero più ricerche sulle potenziali cause e per capire se la perdita di ghiaccio marino nell’emisfero australe stia sviluppando un’accelerazione.