Una notizia sta scuotendo la comunità vegana italiana e mondiale: il parlamento starebbe infatti studiando una legge che proibirà ai produttori di carne vegana di utilizzare la nomenclatura delle sue controparti a base animale. Niente più prosciutto e mortadella vegana, dunque, sugli scaffali dei nostri supermercati, bensì prodotti con nomi completamente nuovi.
In generale, la direzione presa dal governo Meloni sarebbe fortemente ostracizzante nei confronti delle alternative etiche ed ecosostenibile che andrebbero secondo l’esecutivo a danneggiare la filiera di produzione alimentare tradizionale. La decisione dell’Italia sembrerebbe contraria alle tendenze globali. Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration del paese ha dato la sua approvazione a due prodotti a base di carne a base di coltivazione cellulare, compiendo un passo verso la piena autorizzazione. Singapore ha autorizzato la vendita commerciale di prodotti a base di carne a coltivazione cellulare.
Il governo ha inoltre spiegato che la proposta proteggerà anche la salute dei cittadini e il settore agricolo del paese. Francesco Lollobrigida, ministro delle Politiche agricole, sovranità alimentari e forestali, ha dichiarato: “I prodotti di laboratorio non garantiscono la qualità, il benessere o la tutela della cultura e della tradizione enogastronomica italiana, a cui parte della nostra tradizione è legata.”
Come anticipato, l’Italia ha anche proposto un nuovo disegno di legge per impedire l’inclusione della nomenclatura “carne” e relativi sostantivi tradizionalmente legati ai prodotti a base animale nell’etichettatura dei prodotti a base vegetale, come “hamburger” e “salsicce” vegane. Ancora una volta, il governo ha affermato che la legislazione aiuterebbe a sostenere la produzione di bestiame nel paese. La Francia in maniera speculare ha cercato di impedire che i prodotti vegani venissero etichettati come “pancetta”, “bistecca” e simili, ma non ha avuto successo.

Nonostante la mossa controversa, bisogna dire che l’Italia si sta impegnando per costruire un sistema alimentare più sostenibile. Il paese ha anche ridotto le proprie emissioni a un ritmo più rapido rispetto alla media dell’UE dal 2005. Nel 2020 erano inferiori del 13% rispetto al 2005, con le emissioni dell’industria energetica in calo del 42% tra il 2005 e il 2019, sebbene i gas serra del paese provenienti dall’agricoltura stiano ancora scendendo lentamente, mostrando una riduzione inferiore.
Le conseguenze di questa iniziativa
Le politiche del nuovo governo sembrano rappresentare un deciso passo indietro rispetto all’evoluzione naturale globale delle abitudini alimentari. L’esecutivo è infatti ormai da settimane schierato apertamente contro l’utilizzo di carne sintetica. La proposta di legge, che copre tutti i prodotti alimentari coltivati come carne, pesce e latticini, si applicherebbe a produttori e venditori se approvata dal parlamento. Coloro che violano le regole da allora in poi potrebbero incorrere in una pesante multa che va da € 10.000 a € 60.000, e le fabbriche che ignorano la legge sarebbero costrette a chiudere.
La mossa del governo nazionalista italiano sugli alimenti a base cellulare segue le pressioni concertate della potente industria agroalimentare del paese per proteggere i prodotti locali e promuovere il marchio “Made in Italy”. Questa mossa va tuttavia in controtendenza con la direzione intrapresa dall’unione: L’UE dispone già di un solido processo normativo per confermare la sicurezza di nuovi alimenti come la carne sintetica e le autorità di regolamentazione negli Stati Uniti e a Singapore hanno già tracciato chiaramente la strada. Secondo molti, il governo dovrebbe lasciare che gli italiani decidano da soli cosa vogliono mangiare, invece di soffocare la libertà dei consumatori.

Mentre l’Italia si muove per “proteggere” le sue tradizioni vietando le innovazioni, altri paesi dell’UE come i Paesi Bassi stanno facendo passi da gigante nello sviluppo di alimenti più innovativi ed ecosostenibili. L’anno scorso l’Olanda ha stanziato 60 milioni di euro per la ricerca e lo sviluppo di carni coltivate e fermentazioni di precisione. Nel frattempo, la Spagna ha investito 5,2 milioni di euro nel 2021 per ricercare il potenziale della carne sintetica nella riduzione delle malattie legate all’alimentazione. Inoltre, il governo del Regno Unito ha annunciato una richiesta di finanziamento di 20 milioni di sterline per proteine sostenibili (compresa la carne coltivata).