Oggi sono parecchie le regioni italiane a rischio climatico e ambientale, ma tre in particolare sono messe davvero male. Lo confermano i dati forniti dal nuovo report della Comunità Europea per il 2023. Tre regioni italiane sono finite nella top ten europea e sono: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Queste tre infatti, sarebbero fortemente colpite dai cambiamenti climatici e soprattutto soggette a eventi estremi, per questo motivo vanno tenute d’occhio per i prossimi cinque anni almeno.
Il report della Comunità Europa, compilato dall’agenzia XDI, Cross Dependency Initiative, specializzata nell’analisi del rischio climatico, affronta con chiarezza il problema. A generare i rischi climatici e ambientali sono alcuni fattori quali ad esempio, la siccità, i venti forti, gli incendi dei boschi, il caldo eccessivo, le inondazioni e il congelamento. Sono poi state fatte le stime di ben 2600 regioni nel mondo, mettendo a confronto danni alle città con i probabili eventi esterni che potremmo subire nei prossimi anni. Ecco la classifica della top ten fornita sempre dall’agenzia XDI su tutto il mondo, le regioni più a rischio per i prossimi tre decenni sono:
- Bassa Sassonia (Germania)
- Fiandre (Belgio)
- Krasnodar (Russia)
- Veneto (Italia)
- Lombardia (Italia)
- Alta Francia (Francia)
- Stavropol’ (Russia)
- Emilia Romagna (Italia)
- Baviera (Germania)
- Rostov (Russia)
L’importanza della classifica
La classifica e i risultati ottenuti, sicuramente mettono in evidenza l’importanza di valutare il rischio climatico sui mercati finanziari. Questo è molto importante per tutte le aziende, gli investitori e i governi, che sono in questo modo possono comprendere fino in fondo le conseguenze finanziarie ed economiche di questi eventi sulle regioni di tutto il mondo. Per questo motivo bisognerebbe intervenire per prevenire e per contrastare gli eventi pericolosi e drammatici. Al momento però nessuno sta facendo nulla.
Prevenire invece sui disastri che generano e che potrebbero generare gli eventi climatici comporta a spese minori rispetto a se l’evento disastroso si è già abbattuto su una determinata zona. Luca Iacoboni, responsabile dei programmi nazionali di Ecco, Think tank per il clima, sottolinea il fatto che “stiamo pagando il costo dell’inattività”. E’ ora che il governo si rimbocchi le maniche e intervenga, investendo sulla prevenzione di tutto il territorio.
Infine, occorre puntare di più anche sulla decarbonizzazione e sulle energie rinnovabili. Sono i due modi più semplici per combattere in maniera concreta i cambiamenti climatici. Lo scopo sarebbe quello di puntare su energie pulite per l’ambiente. Se però, non si interviene subito e in modo attivo, nei prossimi anni il clima sarà sicuramente compromesso, gli ecosistemi saranno buttati via e molti settori cadranno in rovina.